Tarassaco: la spontanea che depura il nostro organismo

Dall’azione purificante e disintossicante sul fegato all’eliminazione dei liquidi in eccesso, l’efficacia terapeutica del Taraxacum officinale Weber. sulla nostra salute

di Francesco Marino

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Taraxacum officinale Weber.

“Vi è una specie di cicoria detta volgarmente piscia in letto o grugno di porco o dente di leone o dente di cane che i superstiziosi dicono che il suo succhio incorporato con olio e unto in tutto il corpo, fa impetrare i favori dei potenti e ottenere da loro ciò che si desidera”.

Baldassarre Pisanelli 500′, Trattato sulla natura dei cibi

Taraxacum officinale Weber. è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Compositae.
Dalla radice a fittone generalmente ramificato, la specie si presenta con un’altezza variante tra i 15÷30 cm.
Le foglie dal colore verde disposte in rosetta basale, dal picciolo ben definito presentano margine dentato o lobato. Da Marzo a Novembre portati dall’estremità finale dello stelo si presentano le infiorescenze, grossi capolini di fiori ligulati dal colore giallo carico.

La droga della specie officinale è rappresentata dalla pianta intera, costituita dalla parte aerea (foglie) e dalla radice.
La specie spontanea è diffusa dall’Europa all’Asia al Nord America, sino 1700mt.
Il suo habitat è rappresentato da prati, radure in boschi caducifogli, cigli stradali, ambienti ruderali e perfino giardini di città.

La specie volgarmente conosciuta con il nome di “piscialetto” rientra nei prontuari della medicina tradizionale per la sua azione diuretica.
Dall’alto contenuto vitaminico, le foglie sono l’ingrediente fondamentale di zuppe, minestre e verdure in padella della cucina tradizionale spontanea mediterranea.

Dall’aspetto del tutto giocoso è il rapporto che porta alla conoscenza di questa specie, fin da piccoli sarà capitato a tutti di soffiare sulle cipsele disposte a raggio disseminando in modo del tutto involontario la specie, una strategia evolutiva della specie, una disseminazione anemocora riflette la disseminazione antropocora, rappresentata da quel gesto innocente, un soffio, quello del vento, poi il nostro, che racconta lo spostarsi di una specie vegetale volgarmente conosciuta con il nome di soffione.

Etimologia

Taraxacum: dal greco τάραχος tárachos disordine e da ἄκος ácos rimedio, nel senso di rimedio per ogni male; secondo Calflora, nome medioevale derivato attraverso l’arabo dall’antico persiano talkh chakok che significa erba amara; secondo The Free Dictionary, latino medioevale derivato dall’arabo tarakhshaqūn cicoria selvatica, forse d’origine persiana;
officinale: da offícina laboratorio medioevale: piante utilizzata in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.

Proprietà

Il Taraxacum officinale Weber. svolge un’azione depurativa e disintossicante sul nostro organismo.


La radice presenta proprietà coleretiche e colagoghe, utile nel favorire la corretta funzionalità epatica, coadiuvanti nella depurazione fisiologica del nostro organismo.

L’efficacia terapeutica della radice del Tarassaco è data dalla componente chimica presente: lattoni sesquiterpenici (tetraedro-ridentina, glucosidi del tarxsicolide e dell’acido taraxinico), alcool triterpenici (taraxasterolo, pseudotaraxasterolo), steroli, potassio, fruttosio e inulina.

Data la presenza dei costituenti terpenici la radice trova impiego come eupeptico nella stimolazione dell’appetito.

L’efficacia del fitocomplesso e l’azione coleretica-colagoga permettono di utilizzare la radice di Taraxacum officinale Weber. come un utile rimedio naturale nel mantenere i fisiologici livelli di colesterolo nel sangue.
Le foglie ricche di flavonoidi, vitamine e sali di potassio sono utili nella funzione renale, favoriscono la diuresi e il drenaggio dei liquidi in eccesso.

Cipsele disposte a raggio Taraxacum officinale Weber.

Formulazioni Erboristiche

I principali preparati erboristici derivati dalla specie Taraxacum officinale Weber. sono:

  • Decotto: (si utilizza il taglio tisana della radice o delle foglie);
  • Tintura madre (macerato idroalcolico della radice fresca/della foglia fresca);
  • Compresse: (preparazioni solide ottenute dalla compressione della pianta frantumata);

Controindicazioni ed effetti collaterali

La presenza dei lattoni sesquiterpenici potrebbe causare in soggetti sensibili dermatiti allergiche da contatto.
Il consumo e i preparati della pianta sono controindicati nei casi di ostruzione dei dotti biliari, empiema della colecisti e ileo paralitico

Il Tarassaco tra storia e curiosità

Le prime notizie dell’uso medicinale di questa pianta provengono dalle descrizioni dei medici arabi del X e del XI secolo, ma è verosimile supporre che già i primi uomini del paleolitico ne facessero uso.

La tradizione d’uso tra i nativi del Nord America è ben documentata, in particolare gli Irochesi erano soliti utilizzare infusi e decotti delle foglie e delle radici per il trattamento delle malatti renali, dell’idropsia e dei problemi dermatologici.

Nel 1546 il Boeck gli attribuisce proprietà diuretiche e sempre nel ‘500 il medico bolognese Baldassarre Pisanelli nel suo Trattato sulla natura dei cibi riportava testualmente: “Vi è una specie di cicoria detta volgarmente piscia in letto o grugno di porco o dente di leone o dente di cane che i superstiziosi dicono che il suo succhio incorporato con olio e unto in tutto il corpo, fa impetrare i favori dei potenti e ottenere da loro ciò che si desidera”.

Tabernaemontanus, un farmacista tedesco del XVI secolo, stabilisce che il Tarassaco ha virtù vulnerarie ineguagliabili.

Van Switen (1700-1772), celebre medico olandese, lo utilizzava di frequente per risolvere gli “ingorghi” dei visceri addominali prodotti dai freddi intermittenti o da malattie ipocondriache inveterate.

Dragendorff nel 1870 ricavò dalle radici del tarassaco l’inulina e la lavulina.

Power e Browning (1912) separarono l’”Omotarasterolo” che risultò una miscela  complessa di diversi componenti.

Burrows e Simpson (1938) isolarono i triterpeni denominati “Tarassolo”, Tarasserolo e y- Tarassasterolo.

Kern e Haselbeck (1942) estrassero dalla radice di Tarassaco la b-Amirina.

Nel 1500 si riteneva che indossando una collana formata da pezzi di radici di tarassaco si migliorassero i rapporti sociali e si acquisisse maggior serenità mentale mentre chi si ungeva il corpo con il lattice della pianta misto ad olio poteva accattivarsi i favori dei potenti e chiedere lorotutto ciò che desiderava.
In numerose località c’è ancora l’usanza di soffiare sulle setole del soffione e trarne auspici, magari matrimoniali, dal numero che se ne stacca. I bambini si divertono molto a coglierne le infruttescenze e a soffiarle dallo stelo per vederne i semi trasportati in balia del vento.

Numerosi insetti, rettili e mammiferi ricercano e si nutrono di questa pianta. Bovini, ovini e suini sono estremamente ghiotti di Tarassaco.

Nella cucina popolare i boccioli di Tarassaco sono conservati sott’aceto e utilizzati come capperi.

La radice di Tarassaco è utilizzata in liquoreria per la preparazione di amari.

Nel Tarassaco la disseminazione è di tipo anemocora.

Nella raccolta spontanea spesso la specie Taraxacum officinaleWeber. e confusa con il nome di Cicoria che sta ad indicare la specie Cichorium intybus L.

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